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venerdì 4 dicembre 2020

Dentro o fuori dalla comfort zone? Begin Again


Foto dal mio profilo IG @Vanbooks.93


Anche le letture più leggere possono avere qualcosa di importante da trasmettere


Salve lettori e lettrici!
La mia intenzione di oggi non è quella di pubblicare la recensione dettagliata di questa mia lettura perché per me è stata una lettura di transizione. Mi spiego meglio. In questo anno ho letto praticamente solo libri di una certa mole e grandi classici impegnativi per me che non ero abituata a leggere affatto. Questo mi ha portato a sentirmi “affaticata” e quasi stanca di leggere. Così, grazie al consiglio di una mia carissima amica conosciuta grazie al mondo di Bookstagram, ho iniziato questa lettura che andava leggermente fuori dalla mia comfort zone.

Si tratta di un romanzo molto veloce da leggere, dalla trama decisamente accattivante e per niente impegnativo. Nonostante possa sembrarti la descrizione del classico romanzetto superficiale, devo dire che di fondo tratta di temi che non solo sono molto attuali, ma che portano anche a uno spunto di riflessione non indifferente.

Morale della favola, ho letto un libro che lì per lì credevo frivolo, invece mi ha lasciato dentro più tracce di quanto mi aspettassi.

Questo è il primo di una serie di libri autoconclusivi ma collegati tra loro in qualche modo.

💬Qual è il tuo genere preferito? 💬Ti capita mai di intraprendere una lettura diversa per darti una pausa dalle letture “di peso”?

mercoledì 2 dicembre 2020

La scrittura nei libri: In di Natsuo Kirino

 🎏Un libro che parla di scrittura🎏

Post dal mio profilo IG @Vanbooks.93
Clicca per guardare il video dell'ArtWork 



Da questo libro mi aspettavo un’atmosfera diversa, dall’odore della vendetta passionale. 

Ma andiamo con ordine...

Quello che ho trovato è stato un libro in cui la scrittura (creativa e non) può essere il mezzo secondo cui è possibile “sopprimere” i sentimenti che si provano nei confronti di persone con cui è impossibile tessere una tela solida.

È una storia di scrittori e di quanto sia difficile per loro trovare le parole giuste per descrivere ogni situazione, è una storia di rapporti extraconiugali, della scoperta degli stessi da parte dei coniugi e del dolore, sia quello metabolizzato che non. È una storia di perdita, di auto affermazione, di donne che cercano e trovano il loro posto nel mondo dopo una vita vissuta nell’ombra del marito che vuole tutta la luce per sé.

Nel complesso, anche se mi aspettavo altro, la lettura di questo libro non mi è affatto dispiaciuta. La lentezza nella narrazione dei fatti è una scelta stilistica che va in netto contrasto col finale del romanzo che riacquista tutta la velocità del ritmo che mancava prima.

Ma ciò che mi ha colpita più di ogni altra cosa è il messaggio che ne ho dedotto a posteriori: la scrittura può salvare.
Con questo non intendo che tutti dobbiamo essere scrittori famosi, basta scrivere qualcosa ogni giorno per noi stessi. Mettere nero su bianco i nostri pensieri, dare forma alle nostre emozioni, è qualcosa che ci svuota dalle mille ansie e preoccupazioni donandoci un velo di sollievo non indifferente.


La scrittura è decisamente cura per l’anima.

🎏E tu? Hai l’abitudine di dedicare del tempo a te stesso attraverso la scrittura?

🎏Credi che in qualche modo un diario, un’agenda o anche la scrittura di racconti possa rimettere i pezzi al loro posto?

lunedì 30 novembre 2020

Un inno alla vita: Non buttiamoci giù di Nick Hornby

 Celebrare la vita con una nota di ironia

Foto dal mio profilo IG @Vanbooks.93

Finalmente ci siamo addentrati nella stagione autunnale e sono sicura che anche tu come me sarai circondato da tisane, tè e copertine calde.

Ed è proprio con questa atmosfera che oggi ti presento un libro che secondo me, invece di parlare della morte e del suicidio, è un vero e proprio inno alla vita.

Maureen, Jesse, JJ e Martin sono i quattro protagonisti di questo romanzo che, a discapito dell’idea che te ne sei fatto, ti stupirà.

Ognuno di loro ha deciso, anziché ubriacarsi e divertirsi festeggiando, di suicidarsi la notte del 31 dicembre buttandosi da un palazzo londinese noto anche come La Casa dei Suicidi.

Si ritroveranno quindi a discutere ognuno dei motivi che ha spinto l’altro a fare un passo del genere. ⠀
Non è già ironico il semplice fatto che quando si scopre che una persona vuol suicidarsi, anche se sconosciuta, automaticamente scatti la molla del salvataggio a tutti i costi?

È così che i quattro protagonisti si ritroveranno a scendere insieme quel palazzo, non lanciandosi nel vuoto, bensì scendendo le scale con tante nuove idee per la mente e opportunità che si creeranno man mano che leggerai questo romanzo dall’ironia così cruda che ridendo riuscirai a renderti conto di quanto bello sia vivere, anche quando vedi tutto nero.

Hai già letto questo libro? Ti incuriosisce leggerlo? Dimmelo in un commento 🍁

venerdì 27 novembre 2020

Cambiare idea su un libro durante la lettura: Se i gatti scomparissero dal mondo di Kawamura Genki.


 𝑈𝑛𝑎 𝑐𝑎𝑟𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑠𝑢𝑙 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑒


Foto dal mio profilo IG @Vanbooks.93



Ti è mai capitato di dover cambiare idea su un libro man mano che lo leggessi?
Beh, sono certa di sì.
È proprio quello che mi è successo leggendo 𝑆𝑒 𝑖 𝑔𝑎𝑡𝑡𝑖 𝑠𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑟𝑖𝑠𝑠𝑒𝑟𝑜 𝑑𝑎𝑙 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑜.

Il protagonista scopre in giovanissima età di avere una brutta malattia che gli concederà ancora solo una settimana di vita.
Qui entra in gioco il diavolo, che in cambio di far sparire qualcosa dalla faccia della Terra, gli dona un giorno di vita in più. ⠀
La premessa è davvero interessante, soprattutto quando i primi elementi che spariscono dal mondo sono smartphone ed orologi. È proprio in questa parte del libro che ho iniziato a storcere il naso: avrei voluto che certe cose venissero sviluppate diversamente, in modo più profondo, e invece ho avuto l’impressione che la questione venisse trattata in maniera troppo superficiale.

Mi sono totalmente ricreduta nella seconda parte del libro, decisamente più intensa, sentita, profonda, emozionante.
Così ho avuto modo di pensare che la quasi superficialità della prima metà del libro sia stata una scelta stilistica ben voluta da #kawamuragenki, proprio per mettere in risalto la seconda parte. Scelta, a mio avviso, decisamente azzeccata.

Questo libro è un climax ascendente, un crescendo continuo di sensazioni. È facile rendersi conto della bellezza delle piccole cose, una volta terminata la lettura.

È un libro che nonostante il tema trattato non risulta pesante anzi, a tratti è davvero molto simpatico e smorza quell’atmosfera di tristezza provata dal protagonista e, automaticamente, dal lettore.

Lo consiglio? Assolutamente sì! A tutte quelle persone particolarmente sensibili, a chi vuole vedere il bello nelle piccole cose, a chi ogni giorno si sente grato per ciò che ha.

🐈Pensi che questo libro potrebbe fare al caso tuo, o non sei un amante della letteratura giapponese?

mercoledì 25 novembre 2020

Lasciare andare i libri, che male c'è?

 

Lasciare andare i libri, perché viene considerato un 
gesto inaccettabile?

Foto del mio profilo IG @Vanbooks.93
clicca sulla foto per recuperare il TimeLapse dell'ArtWork!


Se mi chiedi per quale motivo ho lasciato andare questo libro senza averlo letto, beh... non lo so.
L’ho recuperato grazie a uno scambio, volevo leggerlo da moltissimi anni e di questo passo moltissimi sarebbero stati gli anni in cui avrebbe preso polvere sulla mia libreria senza essere letto.

Da tempo ormai mi sono posta l’obiettivo di selezionare ancora di più le mie letture scegliendo quelle che fortemente mi ispirano in quel momento. Bene, Il cacciatore di aquiloni non mi chiama più. È un libro per cui ho perso l’entusiasmo che non so se tornerà mai.

Sto lavorando molto sulla questione del lasciare andare i libri, separarmi da loro è dura... anzi durissima. E mi duole ancora di più lasciare andare un libro che volevo leggere e che non ho ancora letto.


Ma la vita è breve ed il tempo per leggere è pochissimo rispetto 
a tutti i libri che vorrei leggere.

Seguendo quest’ottica ho deciso di lasciare andare i libri per cui ho perso l’interesse di leggerli e se un giorno l’interesse dovesse tornare... beh, allora recupererò nuovamente quei libri. Semplice, no?

L'ho lasciato andare con l'intenzione di poter dare l’opportunità ad un’altra persona di apprezzarlo molto più di quanto abbia fatto io finora.

🍁E tu che rapporto hai con lo scambio/vendita dei libri?
Fai fatica a lasciarli andare, tenendoli cari sulla tua libreria?
Oppure li dai tranquillamente via recuperando quelli che ti interessano maggiormente?

Il mio percorso per arrivare fin qui è stato duro, ma alla fine ce l’ho fatta!

lunedì 23 novembre 2020

Un Murakami più realista: A sud del confine, a ovest del sole.


🍂ℂ𝕠𝕞𝕖 𝕚𝕟 𝕦𝕟𝕒 𝕓𝕠𝕝𝕝𝕒 𝕕𝕚 𝕖𝕞𝕠𝕫𝕚𝕠𝕟𝕚🍂



Mentre sfogli le pagine di qualunque libro di Murakami, hai la sensazione che tutto attorno a te si fermi e sei come dentro a una bolla dove dentro ci sei solo tu e le emozioni dei personaggi che sebbene non vengano spiegate a parole, tu le percepisci fino al punto più profondo del tuo corpo.

Questa forte emozione ho avuto modo di provarla con tutti i libri di Murakami che ho letto finora.

A sud del confine, a ovest del sole in particolare lo trovo molto vicino a Norwegian Wood nello stile narrativo.
Il realismo magico che ritroviamo in altri libri dello stesso autore, anche qui non figura.

Ammetto di aver chiuso questo libro con mille domande irrisolte, mille perché. Avrei voluto conoscere meglio Shimamoto, perché così misteriosa com’è stata proprio non sono riuscita a farmela andare giù. Avrei voluto che Hajime non avesse fatto molte cose, che non si fosse esposto così tanto, che avesse meditato un po’ di più sulla sua condizione, che fosse più grato alla vita e a ciò che gli ha donato.

🍂Hai letto qualche libro di Murakami? Hai provato anche tu le mie stesse sensazioni? ⠀

giovedì 19 novembre 2020

Quando pensi che prendersi una pausa sia una perdita di tempo...

 Prenditi una pausa, non c'è niente di male in questo.



Riposa senza che tu debba sentirti in colpa per il tempo che potresti sfruttare nell'essere più produttivo.


Qualche giorno fa tra le storie di IG ho sollevato la questione pausa e grazie alle molte persone che mi hanno scritto in direct ho capito che è una questione comune a molti e che ha sollevato diversi spunti di riflessione.

Ho deciso di raccontarvi perché tutte le mattine, indipendentemente da cosa abbia da fare quel giorno, mi alzo presto, mi preparo un caffellatte e inizio a leggere un libro.
Questa abitudine l'ho presa qualche mese fa, quando non mi rendevo ancora conto del reale effetto che avrebbe avuto su di me.

Creare una routine con un tempo mio e per me, non importa quanto, mi ha dato modo di ascoltare di più me stessa, di prendermi più cura di me.

La società di oggi ci vuole iperproduttivi e spesso pretendiamo troppo da noi stessi, senza percepire di cosa abbiamo realmente bisogno in quel momento.
Ci costringiamo a studiare e lavorare più di quanto le nostre menti riescano a fare, percependo il sonno della notte come unico riposo per il nostro organismo (e a volte riduciamo perfino le ore del dolce dormire notturno pur di non rimanere indietro con la tabella di marcia).
Il risultato è che il più delle volte falliamo, ci innervosiamo, trattiamo male chi ci sta intorno, non stiamo bene con noi stessi e con gli altri. Ci sentiamo delusi, buoni a nulla, vorremmo mollare tutto e dedicarci ad altro. Desideriamo avere giornate da 48 ore, ma sappiamo tutti che non sarebbe quella la soluzione al problema.
Programmiamo gli impegni, le cose da fare, le cose da non dimenticare (e che puntualmente dimentichiamo) dimenticandoci totalmente di noi.

Prenderci una pausa non significa perdere tempo utile, significa dare riposo alla mente per ricominciare a lavorare in modo più produttivo.
Che siano 5 o 10 minuti, ma anche se fosse un'ora o più del vostro tempo, dedicatevi sempre a qualcosa che vi piace fare: una passeggiata, chiacchierare con un amico, assaporare qualcosa che non mangiate spesso, stare a contatto con la natura, fare una maschera viso, un bagno caldo, leggere un libro, dipingere qualcosa, fare un po' di sano sport, guardare un episodio di quella serie TV che hai dovuto abbandonare e che non vedi da chissà quanto tempo.

E quando ti sentirai di voler mollare tutto, ricorda che non si abbandona un percorso a metà strada: potresti perderti.
Piuttosto siediti sotto un albero e godi di quel momento.
Quando ti alzerai andrai più veloce di prima.

Puoi trovarmi su IG cliccando sul logo, troverai ogni mattina i miei progressi di lettura, sorseggiando un buon caffellatte e tanti altri contenuti a tema letture e non solo